L’Associazione Gigi Ghirotti ai tempi del Coronavirus

Mar 30, 2020 | notizie

La nostra Associazione, da oltre 30 anni, svolge la sua attività a favore dei pazienti genovesi affetti da tumore.

Il Prof. Franco Henriquet ci ha insegnato che le parole: ”non posso” o “non mi compete” non esistono ma che dobbiamo aiutare sempre chiunque si rivolge a noi.

È solo grazie a questi principi irrinunciabili che sono stati creati i due Hospice e una organizzazione di oltre 80 professionisti tra medici, biologi, farmacisti, psicologi, infermieri, fisioterapisti, OSS che operano sul territorio.

Inoltre 350 volontari e un piccolo gruppo di amministrativi permettono di tenere unita la Associazione alla città; grazie all’indispensabile aiuto dei generosi genovesi abbiamo sempre cercato di svolgere la nostra missione prima con il cuore e poi con la scienza.

D’altronde la Medicina Palliativa si differenzia dalla Medicina tradizionale proprio per questo: noi non curiamo le malattie, curiamo le persone.

Questo fino a un mese fa quando un virus, proveniente dalla Cina, ha improvvisamente cambiato tutti i nostri valori. Di colpo ci siamo accorti che non potevamo mandare più i nostri sanitari a casa di chi aveva bisogno, che i pazienti accolti nei nostri Hospice non potevano più avere il conforto dei loro cari nel momento più doloroso per la famiglia.

La ben nota carenza dei mezzi di protezione, mascherine e camici monouso, ci ha obbligato a ridurre le visite domiciliari sia per tutelare i pazienti, di solito gravemente immunocompromessi, per evitare il loro possibile contagio, sia per la giusta tutela della salute dei nostri sanitari.

Negli Hospice le visite sono state ridotte a non più di una persona per volta, a non più di 2 ore al giorno, in ossequio alle direttive regionali.

Mai nella storia recente i diritti dei cittadini sono stati così gravemente limitati, seppure per validi motivi. Quest’insieme di limitazioni ci crea sconforto: noi abituati a fare tutto quello che è necessario, ora facciamo solo il possibile. Noi che siamo sempre stati vicini alle famiglie durante e dopo la malattia, ora lo possiamo fare solo al telefono, ma non è la stessa cosa.

Purtroppo, abbiamo imparato come è fragile la nostra società e come è sbagliato ragionare solo in termini di economia. Noi lo abbiamo sempre saputo e infatti, come detto, abbiamo sempre curato la persona e non la malattia; questo non basta.

Siamo frustrati, vorremmo fare di più ma, come detto, non possiamo, il nemico è troppo forte.

Dobbiamo quindi cercare di essere vicini ai nostri pazienti come possiamo, telefonando loro tutti i giorni, facendogli sapere che non sono soli, che noi siamo vicini a loro e pronti ad intervenire. Negli Hospice dovremo diventare non solo bravi sanitari ma anche amici, parenti, figli di coloro che, soli, stanno affrontando il loro ultimo viaggio.

Questo deve essere lo spirito della Ghirotti ai tempi del corona virus, in attesa che la burrasca passi, per potere riprendere il nostro percorso non come prima ma meglio di prima, arricchiti da questa brutta esperienza.

Dr. Paolo Strada

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